Kata
Kata (giapponese 型 o 形, traducibile con forma, modello, esempio) nelle arti marziali giapponesi indica, sotto il profilo tecnico, una serie di movimenti preordinati e codificati che rappresentano varie tecniche e tattiche di combattimento reale contro avversari immaginari evidenziandone i principi e le opportunità di esecuzione (spazio, tempo e velocità) dovendo essere della massima precisione nell’eseguire le tecniche. È l’equivalente dei Taolu delle arti marziali cinesi. Queste forme sono il risultato di secoli di studio e codifica da parte dei grandi maestri di arti marziali. Lo scopo primario di un Kata è quello di tramandare la grande conoscenza acquisita dai maestri agli allievi, poiché all’interno dei vari Kata è possibile trovare tutte le tecniche dell’arte marziale che si sta eseguendo, partendo da quelle basilari, riscontrabili nei primi Kata, fino a quelle più complesse, proprie dei Kata superiori.
Sebbene lo scopo principle di un Kata come è stato detto è prettamente didattico, non è da sottovalutare anche il suo aspetto spirituale, secondo il quale il praticante vive il Kata, facendo vibrare le corde più profonde del proprio corpo esercitando un autocontrollo sulla respirazione e ricercando una efficacia nelle tecniche, armonizzando tutto il Kata in un qualcosa che va oltre un semplice schema.
I Kata esistono nel Karate, nel Judo, nel Nippon Kempo e all’interno della pratica di diverse scuole antiche di armi giapponesi come il Kobudo, lo Iaido (via dell’estrazione della spada giapponese, la Katana), Jodo (bastone di 128 cm utilizzato contro la spada) e Naginata (alabarda).
Il Kata preserva, quindi, una tradizione tecnica e allo stesso tempo una tradizione culturale.
L’esercizio del Kata, quindi della “forma rituale” non si pratica solo nelle discipline marziali, ma in tutte quelle forme d’arte che abbiano come fine il Dō (道), la “via”: ad esempio Shodo (calligrafia), Ikebana, anticamente Kado (composizione floreale) e Chado (cerimonia del tè). In tutte queste discipline ci si propone di fondere, attraverso la respirazione, la componente fisica e mentale eseguendo una predeterminata sequenza di gesti per raggiungere una più elevata condizione spirituale.
Ogni kata è composto da una serie di movimenti che ne costituiscono la caratteristica evidente, ma presenta altri elementi che sfuggono alla comprensione più immediata: i maestri che li hanno creati hanno spesso volutamente mascherato il significato di alcuni passaggi per evitare che altri se ne impadronissero. Per esempio i kata vennero mimetizzati in danze innocue, nel periodo in cui ad Okinawa vigeva la proibizione di praticare le arti marziali