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JuJutsu, STAHARA e il Capitano Smith

Ogni Paese ha avuto il proprio importatore di arti marziali, e in questo articolo vogliamo menzionare il Jujutsu ma non l’importazione italiana o l’onorevole Maestro Gino Bianchi, sarebbe troppo facile, vogliamo parlare del Capitano Allan Smith, divenuto cintura nera in Giappone nel 1916. Istruttore di combattimento corpo a corpo presso, la scuola dell’infanzia, Camp Benning, Columbus, Georgia e negli Stati Uniti Training Camps and Cantonments, tra il 1917 e 1918.

Il Capitano nel 1920, scrisse il testo Secrets of Jujitsu ed in esso, pone spiegazioni e basi di allenamento ma quello che più ci ha incuriosito nella lettura è l’uso della locuzione “Stahara” che noi ad essere sinceri non avevamo mai sentito.

CHE COSA È LO STAHARA, Spiegato con le parole del Capitano Smith.

Lo Stahara è la regione addominale. Include il diaframma, i muscoli addominali, il plesso solare e il nostro baricentro.Nel libro il Capitano insegna a comprendere il principio di Stahara e ad imparare la reattività istintiva, per usare meglio le forze proprie ma anche per gestire altri uomini al meglio (in fondo era un militare). Il principio dello Stahara applicato correttamente promette, istantaneamente, maggiore potenza fisica e maggior controllo mentale donando da subito una personalità più forte.

ORIGINE DELLA PAROLA “STAHARA” con le parole del libro stesso.

Quando ho iniziato a insegnare jujitsu a Yokohama, in Giappone, in ogni trucco ho mostrato come usare il basso addome, e come manovrare l’equilibrio dell’avversario. I miei primi allievi erano amici giapponesi, e il basso addome per loro era shita hara.

Shita (pronunciato sh’ta) e hara sono due parole giapponesi che significano sotto o basso addome. Le parole shita hara significa per un giapponese ciò che le parole basso addome significano per noi – e niente di più. Questa parola hara è la stessa parola che incontriamo in hara kiri – taglio dell’addome – il metodo giapponese di suicidio.Gradualmente mentre sviluppavo l’idea del controllo dell’equilibrio e del potere addominale, ho adottato la parola shita-hara come termine tecnico per questo nuovo principio per il quale non c’era un nome. Quando insegnavano ai Doughboys, lo chiamavano “Stahara” e così è stato finalmente scritto. È una parola americana per un’idea americana.

STA-HA-RA

Sta – pronunciato come a stella. (ovviamente è da intendersi in inglese STAR)

ha – pronunciato come in arpa

ra –  ha lo stesso suono delle prime due sillabe.

Gli insegnanti giapponesi di jujitsu non menzionano lo Stahara quando spiegano un lancio o un trucco ai loro discepoli.Insegnano l’uso delle braccia e delle gambe, dei fianchi e delle spalle, ma non mostrano il principio di equilibrio,che è la base dell’intero sistema.Ci vuole quindi una media di dieci anni prima che uno studente di jujitsu in Giappone domini questi lanci. Ci vuole quel lasso di tempo per acquisire il modo scientifico, nel linguaggio comune, di “prendere l’abilità” di fare il trucco.

Il Jujitsu non è fatto con la forza del braccio o della gamba e questa incapacità di cogliere il principio sottostante è il motivo per il quale vuole così tanto tempo per padroneggiarlo.Occorre capire l’importanza dello Stahara. È qui che si trova il centro di gravità (Baricentro). È qui il posto dove si trovano le emozioni. È la parte più importante del corpo umano e la più trascurata.

COME COLTIVARE L’EQUILIBRIO DEL CORPO

Per i primi giorni fai questo movimento della gamba, tendendo i muscoli della gamba posteriore mentre vai avanti, e di quella anteriore mentre torni indietro.

Per i successivi giorni concentrati sui muscoli dello stomaco. Tendi sia quando sei avanti col busto che

quando sei indietro. Prova a sentire che il tuo corpo è un unico blocco solido in ogni posizione.

Quindi, rendilo un movimento di equilibrio, senza una cosciente contrazione muscolare.

Mantieni la posizione in avanti mentre conti il ​​sino a cinque, inclinati in avanti il ​​più lontano possibile. Renditi conto che il tuo centro di equilibrio è nel tuo Stahara. Rendi la tua posizione stabile ed equilibrata ma senza tendere i muscoli.

Spostati rapidamente nella posizione “DUE” e mantieni quella posizione mentre conti sino a ​​cinque. Di nuovo ricorda dove sei e trova il centro di equilibrio. I muscoli dello stomaco si irrigidiscono naturalmente in questa posizione, ma rilassali il più possibile, mantenendo il corpo agile.

All’inizio i talloni si solleveranno da terra e rischierai di perdere l’equilibrio in avanti. Appena andrai indietro

le dita dei piedi si staccano da terra e la tua posizione sarà così debole all’inizio che una persona potrebbe

farti cadere con un dito.

Mentre ti fai avanti, immagina di mettere tutto il tuo peso in un colpo con il tuo pugno. Mentre torni indietro, pensa che stai tornando indietro per evitare un colpo mirato al tuo viso. La pratica di questo esercizio ti darà un meraviglioso controllo dell’equilibrio.

In conclusione, il Capitano Allan Corstorphin Smith oltre alle sue tecniche di jujutsu, ha rispiegato nel 1920, il Tanden chiamandolo STAHARA, si era avvicinato al suo uso intuendone l’efficacia e la necessità del suo utilizzo nelle tecniche, ponendo estrema attenzione nel suo libro a sottolinearne l’importanza. Perché il Capitano intuì e incluse la sua spiegazione proprio all’inizio, individuando come primario qualcosa che troppo spesso sfugge nelle spiegazioni delle tecniche, per pigrizia o per incuria, anche a maestri che insegnano attualmente nei vari paesi del mondo.

Riflettiamoci e come si dice nelle arti marziali, On ko chi shin “ascoltare il vecchio per conoscere il nuovo