Martial Arts Blog – Le arti marziali spiegate da chi le pratica
Knockdown Karate
Negli anni settanta si erano diffuse varie arti marziali nei cui incontri i colpi dovevano essere controllati e l’azione doveva spesso essere interrotta dopo i colpi stessi. Per rendere più spettacolari i combattimenti vennero inizialmente inventate due nuove discipline: il “Point Karate” negli USA e il Semi-contact in Europa. In questi sport gli atleti indossano protezioni (inventate dal maestro coreano Jhoon Rhee) che permettono il contatto alla fine del colpo, anche se è necessario fermare l’azione subito dopo.
Il campione di karate tradizionale e Point Karate Joe Lewis decise di creare uno sport in cui, come nel pugilato, vi fosse il contatto pieno, dando così vita al “Full-Contact Karate” o “Professional Karate”. La nuova disciplina ebbe un forte successo sia negli Stati Uniti sia in Europa. Dato che le associazioni sportive di karate tradizionale ritenevano non corretto associare la parola “karate” a “full-contact”, oggi tale sport viene chiamato semplicemente Full-Contact. È stato inglobato come specialità della Kickboxing, e in Italia ha avuto negli ultimi anni grandissimi rappresentanti a livello internazionale, come Giorgio Perreca.
Oltre al Semi-Contact vi è il “Light-Contact” dove i colpi devono essere controllati, infatti sono due discipline che esaltano l’aspetto tecnico. Le azioni vengono interrotte, nel primo caso, al momento che l’atleta mette a segno un punto, nel secondo caso invece nel momento in cui gli atleti non controllano i colpi. Per entrambe le discipline non e’ quindi previsto il KO. Nel Full Contact, invece, il KO è previsto in quanto non è richiesto il controllo del colpo (Full Contact = Contatto Pieno).
Un altro maggiore formato sportivo di full-contact karate è conosciuto come knockdown karate o qualche volta denominato Japanese full contact karate. Questo stile di sport da combattimento è stato sviluppato per la prima volta nella seconda metà degli anni sessanta in Giappone dall’organizzazione Kyokushinkai karate, fondata da Masutatsu Oyama. Nel combattimento tradizionale nessuno dei due combattenti porta alcun tipo di protezione se non la conchiglia (Anche se qualche volte delle regolamentazioni locali presentano delle eccezioni), ma è comunque un combattimento a nocche scoperte. Pugni al viso ed inguine e attacchi uniti sono proibiti. ma tutti i colpi con le nocche scoperte e con i gomiti al corpo ed ai fianchi (ad eccezione dei colpi uniti), e calci (incluse le ginocchiate) gambe, braccia, corpo, e al volto sono consentiti, come del resto anche le spazzate. Un punto è realizzato solo quando si è messo a tappeto l’avversario, o lo si è immobilizzato, o con una spazzata e controlled follow-up per un mezzo punto, e, a meno che non ci sia una spazzata od un knockdown, il combattimento è continuo. Al contrario dell’American full contact karate non si contano i colpi andati a segno, ma solo gli effetti dei colpi.
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